La pandemia ha evidenziato il ritardo strutturale che vive il nostro Paese rispetto al resto d’Europa in materia di digitalizzazione. Una “scuola innovativa” è indispensabile per ridefinire il modello d’istruzione e formazione di una nuova classe di professionisti che sia in grado di sfruttare le tecnologie esistenti.
Per cambiare radicalmente e positivamente la scuola occorre rimettere in discussione tutti gli elementi che ne fanno parte e la finalità stessa dell’istituzione, quindi l’organizzazione interna, la logistica, gli strumenti, le infrastrutture, il ruolo degli insegnanti stessi.
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Da dove nasce la necessità di trasformare la scuola
Da sempre, le aule scolastiche sono state pensate come stanze quadrate con file di banchi davanti alla cattedra del docente e questa disposizione ha influenzato il metodo d’insegnamento e di apprendimento per oltre un secolo, tanto da essere ancora oggi l’assetto predominante nelle scuole italiane. Tuttavia, la ricerca nazionale e internazionale ha dimostrato come questo modello tradizionale non sia più adatto alle esigenze didattiche e formative della modernità.
La pandemia, come già detto in precedenza, ha fatto emergere la necessità di livelli più elevati di capacità digitale nell’istruzione e nella formazione, ma ha anche amplificato una serie di sfide e disuguaglianze esistenti tra chi ha accesso alle tecnologie digitali e chi ne è privo. Ed è proprio per andare incontro a questo cambiamento necessario che il governo italiano ha introdotto il Piano Scuola 4.0.
Il Piano Scuola 4.0
Il Piano Scuola 4.0, detto anche “Piano nazionale scuola digitale” è uno strumento previsto dal PNRR e per il quale sono stati stanziati 2,1 miliardi di euro. Il piano mira ad accelerare la transizione digitale delle scuole italiane rendendo le strutture ambienti tecnologicamente più avanzati, flessibili e adatti a una maggiore digitalizzazione dell’insegnamento.
Gli obiettivi principali della misura sono:
- la trasformazione di 100 mila classi tradizionali in ambienti innovativi di apprendimento;
- la creazione di laboratori per le professioni digitali del futuro;
- la promozione di un ampio programma di formazione alla transizione digitale di tutto il personale scolastico.
Il Piano Scuola 4.0 si compone di due Azioni:
- Azione 1 - Next Generation Classrooms
- Azione 2 - Next Generation Labs
Azione 1: Next Generation Classrooms
L’Azione 1 prevede la trasformazione di almeno 100 mila aule “tradizionali” in ambienti di apprendimento innovativi, in tutte le scuole primarie e secondarie, di I e II grado. Le comunità scolastiche del primo e del secondo ciclo progetteranno e realizzeranno ambienti fisici e digitali di apprendimento, caratterizzati da innovazione degli spazi, degli arredi e delle attrezzature.
Quest’Azione mira a favorire:
- l’apprendimento attivo e collaborativo degli studenti;
- il benessere emotivo;
- il peer learning;
- lo sviluppo del problem solving.
Azione 2: Next Generation Labs
L’azione 2, invece, prevede la realizzazione di laboratori per le professioni digitali del futuro in tutte le scuole secondarie di II grado.
L’obiettivo è la realizzazione di laboratori in cui studentesse e studenti possano sviluppare competenze digitali specifiche in diversi ambiti tecnologici avanzati come:
- robotica;
- intelligenza artificiale;
- cybersecurity;
- comunicazione digitale;
- making, modellazione e stampa 3D e 4D;
- creazione di prodotti e servizi digitali;
- economia digitale, e-commerce e blockchain;
- elaborazione, analisi e studio di big data.
Ulteriori interventi presenti
Le misure del Piano Scuola 4.0 richiamano anche altri interventi, per un totale di 2 miliardi e 443 milioni di euro, previsti e predisposti per favorire l’innovazione del sistema d’istruzione, come:
- la didattica digitale integrata (379 milioni di progetti in essere);
- il potenziamento delle reti locali, cablate e wireless delle scuole (445 milioni di fondi React EU);
- l’installazione di schermi interattivi nelle aule (455 milioni di fondi React EU);
- la creazione di ambienti STEM (99 milioni di euro);
- il Piano per la Banda Larga (600 milioni di euro in parte a valere sul PNRR);
- il Piano PagoPA-SPID-CIE (60 milioni di euro a valere sul PNRR);
- la migrazione in cloud e la realizzazione di siti internet scolastici (155 milioni di euro dal PNRR in collaborazione con il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri);
- ambienti innovativi per la scuola dell’infanzia (circa 250 milioni di euro).
Verso un nuovo modello di scuola
La trasformazione della scuola tradizionale in una scuola innovativa è una missione ambiziosa e graduale. L’idea è quella di creare una scuola open a 360°, senza obbligo di compiti, senza zaini, dove gli studenti siano motivati ad apprendere senza costrizioni, aperta negli ambienti e con spazi interdisciplinari dove incontrarsi e lavorare insieme. Una scuola aperta anche negli spazi esterni, con aree adibite a sport, attività di laboratorio, mostre, dove i ragazzi possano sviluppare e approfondire le loro capacità tecnico-scientifiche e sportive.
Per trasformare la scuola da ambiente per l’insegnamento ad ambiente per l’apprendimento è necessario ripensare completamente gli spazi. Infatti, una progettazione innovativa degli spazi è in grado di cambiare la didattica molto di più di tanti testi o corsi di formazione.
Una scuola innovativa per formare i professionisti del futuro
Costruire una scuola nuova oggi vuol dire guardare al futuro e pensare che ospiterà studenti destinati a un mondo che ancora non conosciamo ma che sappiamo sarà diverso dal nostro.
Senza dubbio, l’impatto della rivoluzione digitale e delle nuove tecnologie ha portato molteplici cambiamenti nelle nostre vite, mettendoci di fronte a tante opportunità, ma anche ad alcune sfide.
Per abbracciare a pieno il nuovo contesto digitale è fondamentale investire su formazione e istruzione.
Se il tema della digital transformation ti affascina continua a leggere il nostro JOurnal; se invece stai cercando un partner che ti supporti nella transizione digitale della tua azienda contattaci compilando il modulo qui in basso.